Parlando di Sorrento il nostro pensiero ci porta subito ai suoi opulenti giardini rigogliosi di aranci e limoni, al suo mare azzurro, alle sue bellezze naturali, da sempre fonti d’ispirazione per poeti e compositori che hanno trasferito le loro emozioni in una miriade di poesie e nei versi di tante canzoni. Ma Sorrento è anche cittadina d’arte. Un’arte semplice realizzata da Uomini semplici: la Tarsia. La laboriosità manuale e la fantasia creativa dei maestri artigiani sorrentini, da oltre due secoli,attraverso le loro, creazioni hanno portato e portano ancor’oggi il nome di Sorrento in tutto il mondo. Quest’arte si sviluppa particolarmente nella prima metà dell’800 divenendo l’attività primaria dell’economia Sorrentina.
Il lavoro viene impostato sulla collaborazione e la partecipazione di diversi esecutori:il disegnatore che fornisce il disegno all’intarsiatore che esegue il traforo. Le sagome così ottenute vengono fissate con la colla di pesce su un supporto cartaceo e quindi trasferite dall’impiallicciatore come rivestimento sul mobile o sull’oggetto da trattare. Le rifiniture sono poi affidate al ricacciatore il cui compito è di completare e ritoccare le parti intarsiate con l’inchiostro di china.Infine il lucidatore termina l’opera verniciando l’oggetto con gomma-lacca fissata con un tampone. Alcuni esempi della produzione del secolo scorso si possono ammirare nel Museo Correale dove è dedicata loro una sala. Questi oggetti fecero parte della collezione del sorrentino ‘Saltovar’ che nel 1937 donò la sua raccolta al Museo. Il Museo Correale è nato da una fondazione privata voluta dai fratelli Alfredo e Pompeo Correale, Conti di Terranova, ultimi discendenti di una antica famiglia sorrentina. Nei loro testamenti essi disposero che le loro collezioni d’arte, ordinate nella Villa Correale, costituissero un Museo intitolato a loro nome.
La donazione comprende, oltre alle raccolte d’arte ed al palazzo per ospitarle,il giardino ed un vasto fondo agricolo le cui rendite devono servire al mantenimento del Museo. Eretto in Ente Morale con R.D. 18/2/1904 n.242, il Museo fu aperto al pubblico il 10 Maggio 1924. Le collezioni sono ordinate su tre piani per un totale di ventiquattro sale più il sottotetto recuperato recentemente come spazio espositivo. Lavori di gran pregio come vasellame,oggetti ornamentali e maioliche da rivestimento sono il frutto di un’attività artigianale che sembra risalire al V secolo a.C. per opera degli Etruschi, così come testimonierebbe una nave ritrovata recentemente nei fondali di Panarea: vasellame, ceramiche, piastrelle e brocche erano già all’epoca oggetto di un intenso commercio. La produzione di ceramica non si è mai arrestata nel tempo e già nel XVI secolo risulta da documenti che molti prodotti di Cava dei Tirreni e Vietri come ‘piatti, cannate, orcioli e scodelle di creta bianca’ venivano esportati.
Nel Settecento, così come avviene nella vicina Napoli,a Vietri si producono caratteristiche riggiole (piastrelle) che si differenziano da quelle napoletane per alcune tonalità dominanti più tenui come il turchino-grigio,il verde-macero e il giallo senape. Anche la produzione di vasellame denota in questo periodo una propria identità distinta, distaccandosi dai modelli napoletani per la sagoma (meno slanciata) e l’aspetto cromatico dove spicca un turchino delicato. Nel XIX secolo a fere la fortuna delle ceramiche di Vietri, ancora oggi caratterizzate da evidenti motivi d’ispirazione ‘naif’ sottolineati da colori vivi e solari che rispecchiano la spontaneità e la cordialità degli artigiani vietresi.